La tricopigmentazione in oggetto ritrae un lavoro terminato su 3 aree (hairline, midscalp e crown) ad alta densità. Il risultato è stato raggiunto con 3 sedute di tricopigmentazione: le prime due in due giorni consecutivi e la terza dopo un mese.
La tricopigmentazione effetto rasato su un caso Norwood 6
Il ragazzo nelle foto presentava come situazione di partenza uno stadio di calvizie assimilabile al Norwood 6 con diradamento significativo in tutta la parte superiore del cuoio capelluto. Lo stadio 6 infatti è caratterizzato dal quasi totale svuotamento di tutta l’area superiore della testa e da una pesante miniaturizzazione dei capelli in quella stessa area. In questo caso, come si può osservare, la miniaturizzazione era diffusa e il grado di displasia dei capelli importante. Con la tricopigmentazione è stato possibile camuffare efficacemente queste problematiche, andando a delineare in modo più definito l’hairline e a riempire tutte le aree che prima apparivano svuotate.
Quali fattori determinano il grado di copertura raggiungibile con la tricopigmentazione?
Il livello di copertura che è stato possibile raggiungere in questo caso è particolarmente elevato, grazie alle buone condizioni di partenza. L’utente in questione conservava infatti parte dei capelli indigeni nella zona da trattare. A volte, come ad esempio in questo caso, la presenza di una certa quantità di capelli rende possibile raggiungere una copertura più significativa. Il risultati ottenibili dipendono comunque anche da altri fattori al di là di questo, come il livello di foltezza della zona donatrice e la condizione dei parietali. L’obiettivo principale è sempre quello di bilanciare un buon livello di copertura con l’imprescindibile naturalezza. Per questa ragione è necessario valutare ogni caso nello specifico per stabilire l’approccio più adatto e funzionale in ogni singola situazione e andare così a realizzare depositi puntiformi che possano mimetizzarsi alla perfezioni con i capelli già presenti, senza creare stacchi o macchie innaturali.