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Quando si parla di micropigmentazione ci si riferisce a una specifica tecnica estetica volta al camuffamento e alla correzione di piccoli difetti allo scopo di migliorare il proprio aspetto. La micropigmentazione viene sfruttata tanto nel trattamento delle imperfezioni del viso, come nel caso di leggere asimmetrie, o per ridisegnare e rimodellare sopracciglia, occhi e labbra, quanto nel campo paramedicale, dove la micropigmentazione aiuta a nascondere cicatrici derivate da operazioni chirurgiche o a ricostruire l’areola mammaria dopo interventi al seno, quali mastoplastica o mastectomia.

micropigmentazione
Fase preparatoria di un trattamento di micropigmentazione

Inoltre, uno specifico settore della micropigmentazione, noto come tricopigmentazione, prevede l’utilizzo di questa tecnica al fine di simulare la presenza di capelli nelle persone affette da alopecia o per coprire le cicatrici a seguito di un auto trapianto. A questo riguardo, nel mondo medico è sempre più diffusa la consapevolezza che la sinergia tra micropigmentazione del cuoio capelluto e trapianto spesso risulti la soluzione ideale per molti pazienti. Si può parlare tranquillamente di complementarietà tra le due tecniche.

tricopigmentazione
Trattamento di Tricopigmentazione

Infine, un’ulteriore funzione della micropigmentazione è quella di coprire le macchie di vitiligine nelle persone affette da questo problema dermatologico.

Per tutte queste ragioni si può affermare che la micropigmentazione è una tecnica in grado di sì di migliorare l’aspetto di una persona, ma che proprio per questa ragione molto spesso è in grado anche di regalare una vita migliore e la possibilità di tornare a piacersi e a sentirsi a proprio agio con il proprio corpo, sopperendo così a un disagio psicologico.

Vediamo di seguito nello specifico questi vari tipi di micropigmentazione.

 

La micropigmentazione estetica

La tecnica di  micropigmentazione più nota è il cosidetto trucco permanente per riempire o contornare le labbra, realizzare l’eyeliner sugli occhi e ridisegnare le sopracciglia. In questi casi si parla semplicemente di micropigmentazione estetica.

 

Sopracciglia

Il trucco permanente alle sopracciglia costituisce uno dei possibili utilizzi della micropigmentazione. Il suo scopo è quello di rispondere a un’esigenza molto diffusa tra le donne: svegliarsi con le sopracciglia già perfette, piene, delineate e armonizzate con i viso. Spesso infatti, le donne devono ricorrere al comune make up per rinfoltire zone delle sopracciglia dove mancano i peli o per ridisegnarle nel caso fossero asimmetriche o poco armoniche rispetto al volto. Delle sopracciglia perfette aiutano a intensificare lo sguardo e a mettere in risalto gli occhi in modo del tutto naturale.

Un’altra tecnica nota in questo settore, è il microblading. Il microblading, come suggerisce il nome (balde = lama) comporta l’uso di lame che incidono la pelle. Nelle incisioni si inserisce poi il pigmento. E’ una tecnica diversa rispetto alla micropigmentazione ed è giusto che ne sia differenziata.

Labbra

Un’altra forma di trucco permanente è quello alle labbra. Questo tipo di micropigmentazione permette di colorare la mucosa labiale in modo sfumato e naturale, nonché di definirne il contorno. Lo scopo di questo tipo di trattamento è il medesimo di un comune rossetto: far apparire le labbra più piene e definite e per questo più carnose e simmetriche. La micropigentazione però non va struccata a fine giornata e riapplicata ogni mattina, non rischia di sbavarsi durante la giornata e non ha bisogno di continui controlli. Proprio per la sua praticità e comodità è un trattamento sempre più richiesto e scelto dalle donne.

Occhi

La micropigentazione può essere effettuata anche sugli occhi, allo scopo di ricreare una linea di eyeliner definita e precisa, in grado di rendere più profondo e intrigante lo sguardo. Un tecnico micropigmentista esperto sarà in grado di disegnare la riga di eyeliner più adatta alla forma dell’occhio in questione, in modo naturale. Con questa tecnica è inoltre possibile creare effetti sfumati anche nella rima inferiore.

 

La micropigmentazione ricostruttiva

 Quando la micropigmentazione interviene su cicatrici, cuoio capelluto, vitiligine, areola mammaria etc, si parla di micropigmentazione ricostruttiva.

 

Tricopigmentazione

Vediamo ora più nello specifico anche la tricopigmentazione, che, ripetiamo, è una branca della micropigmentazione volta a simulare la presenza di capelli dove questi manchino. A differenza delle tecniche di trucco permanente, questo tipo di trattamento accende l’interesse prevalentemente della clientela maschile. Con la tricopigmentazione si vanno a realizzare migliaia di puntini sullo scalpo che hanno la funzione di ridisegnare i capelli mancanti. Anche in questo caso, a differenza del tatuaggio, il risultato non è permanente, ma svanirà nel giro di qualche anno, a seconda del pigmento utilizzato e della pelle trattata. Si tratta di una tecnica del tutto sicura per l’organismo e in grado di garantire risultati ottimali per quanto riguarda la naturalezza. Per questa ragione è un trattamento sempre più richiesto da parte degli uomini colpiti dall’alopecia androgenetica.

 

Micropigmentazione su vitiligine

Infine, approfondiamo la micropigmentazione su vitiligine. Quando le cellule incaricate di occuparsi della pigmentazione della pelle non si attivano o non funzionano correttamente si può presentare questo problema dermatologico. La vitiligine comporta la presenza di macchie chiare sul corpo che, qualora provocassero disagio, possono essere coperte mediante micropigmentazione. Si tratta, in poche parole, di inserire il color pelle nelle chiazze chiare così da uniformarle con il resto della pelle.

 

La micropigmentazione correttiva

Nel caso in cui la micropigmentazione si renda necessaria per andare a correggere una discromia o una dismorfia, si parla di micropigmentazione correttiva.

 

Come funziona la micropigmentazione?

Il funzionamento della micropigmentazione ha diversi aspetti in comune con il tatuaggio, ma anche alcune significative differenze. Per capire quindi come venga eseguita la micropigmentazione si puà inizialmente, per semplicità, pensare a come viene eseguito un tatuaggio: una specifica macchina monta un ago che trasporta del pigmento sotto la pelle.

 

In cosa differiscono micropigmentazione e tatuaggi?

Nel caso specifico della micropigmentazione però, gli aghi e i pigmenti utilizzati sono diversi rispetto a quelli da tatuaggio. Gli aghi e gli altri materiali di utilizzo sono monouso e quindi sostituti ogni volta, mentre quelli da tatuaggio vanno sempre sterilizzati. I pigmenti hanno una formulazione chimica differente. Soprattutto cambia la profondità di deposito del pigmento, che nel caso del tatuaggio è maggiore. Le due tecniche differiscono anche per quanto riguarda i loro scopi. Se col tatuaggio si disegna, con la micropigmentazione si correggono piccoli difetti per equilibrare i tratti di un volto o per migliorare l’aspetto di alcune zone del corpo. Un’ultima differenza con il tatuaggio infatti sta infine nella durata. I risultati della micropigmentazione non sono permanenti come un tatuaggio, ma scompaiono gradualmente nell’arco di qualche anno, se non ritoccati.

 

Altre informazioni: durata, sicurezza e dolore

La micropigmentazione non comincia a svanire prima dei 6 mesi e ipoteticamente può arrivare a durare fino a 18 mesi. Molto dipende dalle abilità del tecnico, della strumentazione che utilizza, dalla zona trattata e della reazione del sistema immunitario del soggetto sul quale si esegue il trattamento.

Riguardo alla legittima domanda “la micropigmentazione fa male?” è difficile dare una risposta precisa ed esaustiva. Può fare più o meno male a seconda del soggetto e della sua sensibilità. Un esperto del settore che utilizza la strumentazione più adatta potrà garantire il minor fastidio possibile.

Infine, come si accennava parlando delle differenze con il tatuaggio, i materiali utilizzati per la micro pigmentazione sono interamente monouso. Questo significa che per ogni paziente si utilizzano aghi diversi, nuovi e per questo totalmente sterili. Ciò è garanzia di sicurezza non solo per il cliente, ma anche per il tecnico micropigmentazione. E’ una tecnica che non comporta controeffetti o rischi particolari.

 

Che cos’è la micropigmentazione?

La Micropigmentazione è una specialità estetica che prevede l’introduzione di pigmenti specifici nella cute al fine di modificare, correggere, abbellire ed equilibrare determinati tratti del viso o del corpo. Per consentire un corretto e preciso deposito del pigmento a livello dermico superficiale, vengono impiegati degli aghi appositamente progettati.

Nel corso degli anni, ricerca ed esperienza hanno consentito d’identificare diversi campi d’applicazione per questa tecnica originariamente legata alla pratica del trucco permanente, tanto che oggi si parla di micropigmentazione suddividendola in tre categorie: estetica, correttiva e ricostruttiva/paramedicale.

 

Le varie categorie della micropigmentazione

La micropigmentazione estetica, fino ad oggi nota come trucco permanente (un’espressione semanticamente comunque preferibile a quella di trucco semipermanente), viene utilizzata per modificare e ridefinire la forma di sopracciglia, occhi e labbra.

La micropigmentazione correttiva è impiegata invece per intervenire su forme scorrette e colori errati, vale a dire per correggere lavori di micropigmentazione mal eseguiti;

La micropigmentazione ricostruttiva, definita anche paramedicale, viene applicata per camuffare cicatrici e vitiligine o per ricostruire l’areola mammaria in seguito ad interventi chirurgici. Si parla in questo caso di tecniche di camouflage che richiedono l’uso di cosmetici speciali e possono essere praticate anche in reparti ospedalieri come vera e propria cura. Le moderne tecnologie e le continue ricerche scientifiche in merito hanno consentito di sviluppare dei prodotti che, essendo totalmente innocui, possono essere applicati non solo sulla superficie cutanea, ma anche all’interno del derma, permanendo inalterati per un lungo periodo di tempo e andando totalmente a coprire l’area discromica.

 

Micropigmentazione o trucco permanente?

Micropigmentazione è un termine entrato in uso comune una ventina di anni fa quando il trucco permanente si distaccava eticamente dal tatuaggio e assumeva una propria identità.

Agli inizi degli anni ‘90, per distaccarsi dall’idea del trucco tatuato che apparteneva al decennio precedente e che aveva lasciato un segno negativo nell’immaginario collettivo, s’iniziano a distinguere le tecniche più evolute di questa metodica cominciando ad appellarle con nomi più scientifici, come appunto Micropigmentazione.

I sinonimi possono essere disparati, da TPC (trucco permanente cromatico), a dermografia estetica, a trucco semi-permanente, tutti per distinguersi semanticamente dal “trucco permanente” più riconducibile appunto al tatuaggio.

In realtà trucco permanente o semipermanente significano ai giorni nostri la medesima cosa, in quanto ormai nessun operatore si azzarderebbe a inoculare sul volto dei pigmenti comunemente usati per il tatuaggio corporeo.

La parola micropigmentazione racchiude, con un termine sicuramente più professionale, tutte le tecniche il cui è prevista l’introduzione di pigmenti specifici nel derma al fine di abbellire, migliorare, camuffare determinate parti del viso.

Quando si parla di micropigmentazione si deve pensare a una figura tecnicamente preparata in materia che utilizza prodotti appositamente creati per tutelare la salute di se stessa e di chi si sottopone al trattamento.

Il protocollo igienico è severissimo. Gli aghi, i pigmenti e i vari materiali sono sterili e monouso.
Per questa ragione le aziende si sono attrezzate per offrire un servizio al top delle richieste del mercato.

 

Micropigmentazione e tatuaggio

Il trattamento di micropigmentazione è per ceti aspetti molto simile a un tatuaggio, pur differenziandosene per durata, tipologia di pigmento utilizzato, profondità di deposito del colore, attrezzatura impiegata e competenze professionali dell’operatore.

Il pigmento impiegato nella micropigmentazione infatti, depositandosi nello strato superficiale del derma, viene eliminato grazie al naturale processo di rigenerazione cutanea, in un arco di tempo approssimativamente di 24 mesi (fattore soggettivo), anche se non è garantita una totale e omogenea scomparsa del colore. Il pigmento usato, inoltre, è diverso da quello del tatuaggio per composizione chimica. Inoltre, gli accessori di cui ci si serve per la micropigmentazione, essendo sterili e monouso, a differenza di quelli normalmente adoperati nel tatuaggio, non richiedono la sterilizzazione.

 

Approccio alla professione

Il micropigmenstista possiede le necessarie competenze tecniche e professionali del mondo dell’estetica, quali lo studio della morfologia del volto, la conoscenza della struttura della pelle, le basi di make-up tradizionale e le nozioni igienico-sanitarie, e completa poi il suo percorso con una formazione specifica dedicata all’apprendimento teorico e pratico dei trattamenti di micropigmentazione. E’ indispensabile, inoltre, che sia dotato anche di caratteristiche trasversali, quali la capacità d’ascolto, l’empatia, la sensibilità, il senso estetico, la capacità di consiglio e tanta umiltà, intesa come consapevolezza della necessità di continuare costantemente ad imparare.